Monetizzazione dei dati personali in vista.
Con il nuovo articolo 135-octies del Codice del consumo, inserito dal d.lgs. 173/2021, che permette di pagare con dati i servizi e contenuti digitali, si è fatto un significativo passo in avanti per la costruzione di un mercato incentrato sul riconoscimento del valore economico del dato personale: è quanto sostiene Assonime, associazione delle società per azioni, nella circolare 22 del 13/7/2022, dedicata alla analisi delle nuove garanzie nella vendita di beni e nella fornitura di contenuti o servizi digitali. Tra le novità, la circolare mette sotto i riflettori il comma 4 del nuovo articolo 135-octies del codice del consumo, a prima vista formulato quale un aumento delle tutele del consumatore digitale. In effetti, la disposizione estende le tutele (recessi, conformità, indennizzi, ecc.) previste per le forniture digitali anche al caso in cui il consumatore dà in cambio dati personali. E cioè si applicano le norme di tutela sulla vendita anche quando il consumatore non paga con moneta, ma paga con informazioni personali.
Assonime illustra due profili:
Se, quindi, da un lato, ci sono le affermazioni di principio sull’impossibilità di considerare come merce i dati, dall’altro lato la circolare constata (al di là delle opinioni) che la scelta del legislatore di considerare la cessione di dati, quale controprestazione a carico del consumatore, apre la strada a un sistema sempre più incentrato sul riconoscimento del valore economico del dato.
Se i dati possono essere la moneta per pagare forniture, allora potrebbe essere breve il passo per considerarli materie prime o prodotti finiti.
A riguardo delle nuove norme, in ogni caso, rimangono alcune questioni interpretative:
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Fonte: ITALIAOGGI