Fit Test per i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)

Data pubblicazione: 07/03/2024

L’uso dei Dispositivi di Protezione delle Vie Respiratorie (DPI) è cruciale per proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori esposti a sostanze chimiche pericolose per via inalatoria. Affinché tali DPI possano offrire una protezione adeguata, devono adattarsi perfettamente al volto del lavoratore, garantendo una tenuta ottimale per impedire il passaggio di agenti nocivi. La norma UNI 11719:2018 stabilisce il “fit test” come prova per verificare la corretta tenuta dei DPI al volto del lavoratore.

Obbligo o facoltà del Fit Test

Il fit test è un obbligo per tutte le aziende che utilizzano DPI per la protezione delle vie respiratorie. La Legge 17 dicembre 2021, n.215 ha introdotto modifiche al D.lgs. 81/2008, rendendo necessario il riferimento alle norme tecniche UNI più recenti, tra cui la UNI 11719:2018 che impone l’obbligo del fit test. Questo test può essere di tipo quantitativo (QNFT) o qualitativo (QLFT).

Fit Test Quantitativo

Il fit test quantitativo (QNFT) determina il fit factor, misurando l’effettiva tenuta della maschera al volto del lavoratore. Si utilizza un dispositivo di rilevazione collegato all’APVR tramite un tubo di plastica, che misura le perdite attorno al volto. Il fit factor viene calcolato confrontando il numero di particelle rilevate all’interno della maschera con quelle all’esterno, consentendo di valutare la tenuta della maschera al volto del lavoratore. Questo tipo di test è adatto per tutti i tipi di maschere facciali.

Fit Test qualitativo

Il fit test qualitativo (QLFT) è una semplice prova “passa/non passa” che determina la tenuta dei DPI al volto del lavoratore. Durante il test, viene utilizzato un agente di prova non pericoloso (dolce o amaro a seconda della sostanza) nebulizzato all’interno di un cappuccio posizionato sul capo del lavoratore che indossa il DPI. Il lavoratore esegue una serie di esercizi mentre indossa il DPI, e se non percepisce l’agente di prova, il test è positivo, altrimenti è negativo. Questo tipo di test è soggettivo e dipende dalla sensibilità olfattiva del lavoratore.

Rapporto di prova

In entrambi i casi, a prescindere dalla modalità scelta, dopo aver effettuato il fit test è necessario redigere uno specifico rapporto di prova, sul quale dovranno essere indicati:

  • nome e cognome del lavoratore;
  • dati tecnici del DPI sottoposto a test (produttore, marca e modello, tagli, ecc.);
  • condizioni di prova;
  • modalità di effettuazione del test;
  • risultato ottenuto.

Ogni quanto effettuare il fit test?

Il fit test può fornire risultati diversi a seconda di:

  • tipologia del DPI;
  • fornitore del DPI;
  • forma e dimensione del viso del lavoratore;
  • presenza di baffi e/o barba;
  • presenza di piercing;
  • presenza di occhiali;
  • ecc.

Da questo elenco si evince che il fit test è specifico per ogni singolo lavoratore, in relazione ad uno specifico DPI di protezione per le vie respiratorie. Di conseguenza, è fondamentale effettuare il fit test prima che un lavoratore abbia la necessità di utilizzare uno specifico DPI di protezione delle vie respiratore.

Il fit test dovrà essere ripetuto:

  • in caso di variazioni fisiche importanti nel lavoratore che possano inficiare sull’aderenza del DPI (ad es. variazioni di peso, effettuazione di importanti interventi odontoiatrici, ecc.);
  • in caso di variazioni nel tipo di DPI utilizzato (fornitore, marca, modello, taglia, ecc.).

Qualora non si verifichino i cambiamenti appena descritti, il fit test dovrà essere ripetuto con periodicità triennale.

Controllo di tenuta

Oltre al fit test, è importante che il lavoratore effettui, prima di ogni utilizzo del DPI di protezione per le vie respiratorie, un controllo della tenuta del DPI. Tale controllo può essere effettuato:

  • a pressione negativa: il lavoratore blocca il filtro con la mano e prova ad insipirare. Il controllo di tenuta è da considerarsi positivo qualora la maschera si dovesse schiacciare;
  • a pressione positiva: il lavoratore blocca il filtro con la mano e prova ad espirare. Il controllo di tenuta è da considerarsi positivo qualora l’aria non dovesse fuoriuscire dai bordi della maschera.

In tal senso è di vitale importanza informare e formare i lavoratori circa le corrette modalità di effettuazione dei controlli di tenuta.