Corte Costituzionale: Email e WhatsApp Riconosciute come Corrispondenza

Data pubblicazione: 14/09/2023

In una recente decisione, la Corte Costituzionale ha affrontato una sfida contro la decisione presa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze. La sfida ha messo in discussione la legalità dell’acquisizione di corrispondenza dal Senatore Renzi, in violazione dell’articolo 68, terzo comma, della Costituzione.

Con la sentenza numero 170 del 2023, redatta da Franco Modugno, la Corte ha stabilito che la Procura non poteva acquisire email e messaggi WhatsApp del parlamentare, che fossero diretti a lui o meno, conservati su dispositivi elettronici appartenenti a terzi. Questi messaggi erano stati sequestrati nell’ambito di un procedimento penale che coinvolgeva il senatore e altri, e la loro acquisizione richiedeva un’autorizzazione preventiva da parte del Senato.

La Corte ha stabilito che tali messaggi rientravano nel concetto costituzionale di “corrispondenza,” che è protetto dalla Costituzione. Questa protezione si estende oltre la mera ricezione del messaggio da parte del destinatario e persiste finché la comunicazione rimane attuale e rilevante per le parti coinvolte.

La Corte ha chiarito che le autorità investigative sono autorizzate a sequestrare contenitori di dati come smartphone, computer o tablet appartenenti a terzi. Tuttavia, quando scoprono messaggi scambiati con un parlamentare, devono sospendere l’estrazione di questi messaggi dalla memoria del dispositivo e cercare l’autorizzazione del parlamento per includerli nel sequestro. Questo requisito si applica indipendentemente dal fatto che l’acquisizione dei messaggi sia stata considerata “occasionale” o “mirata.”

È importante notare che la Corte non ha accolto la sfida riguardo all’acquisizione, senza autorizzazione, dell’estratto del conto corrente personale del Senatore Renzi da parte della Procura. Ciò è dovuto al fatto che l’estratto non è stato inviato dalla banca al parlamentare ma è stato allegato a segnalazioni di transazioni bancarie provenienti dagli uffici della Banca d’Italia.

Questa decisione della Corte Costituzionale stabilisce importanti linee guida per la privacy e la protezione della corrispondenza elettronica, specialmente quando coinvolge rappresentanti eletti.

Fonte: Il Sole 24 Ore