Dai modelli manageriali post-Covid-19 per Milano, Lodi, Monza alla geolocalizzazione dell’innovazione nelle province di Chieti e Pescara. Dalla spinta ai processi di trasformazione 4.0 dell’automotive in Piemonte, ma anche del sistema Moda in Veneto, fino alla realizzazione di un nuovo, e moderno, “modello dirigenziale” a Catania.
In cinque anni i fondi erogati hanno superato i 140 milioni rivolti a 66mila manager. Perché se è vero, come ricorda l’Istat, che sette aziende su dieci adottano comportamenti “green”, e Industria 4.0 ha ormai imposto cambiamenti ai processi produttivi, specie nella manifattura, è altrettanto vero che solo una formazione di qualità, come ha dimostrato una ricerca Fondirigenti-università di Trento, presentata all’ultimo Festival dell’Economia di Trento, può raggiungere l’obiettivo: il semplice raddoppio della spesa in formazione è in grado di generare un aumento di circa il 12% della produttività, aiutando l’impresa ad affrontare la crisi e a impostare una solida ripresa. Certo, lo scenario è complesso: la flessibilità dell’orario di lavoro è una prerogativa delle grandi aziende. Le attività formative per la protezione dell’ambiente si moltiplicano, ma meno del 10% dei datori ha uno specifico referente interno per la responsabilità ambientale. E il Sud continua a scontare un grave “deficit dirigenziale” rispetto al resto del Paese, perciò ha bisogno di fare rete con gli altri attori del territorio e di innovare processi e prodotti.
Fondirigenti ha promosso la domanda di formazione “green” con due avvisi che hanno prodotto questi risultati: 240 piani, 240 aziende, 680 dirigenti coinvolte e 2,7 milioni di finanziamenti. Dal 2019 al 2020 si è notato su questo tema un aumento della responsabilità sociale del 70% e della sicurezza del 20%, con un incremento delle soft skills. Un’indagine sullo smart working, oltre 1.500 rispondenti in larga parte manager, ha evidenziato come i giorni di lavoro da remoto siano 3,2 a settimana, ma in futuro si attesterebbero su 2,5 giorni. E l’Indice di sostenibilità di Fondirigenti ha misurato l’impatto: il lavoro agile fa ridurre le emissioni di Co2 di 2,4 miliardi di Kg l’anno, circa 300 Kg a persona, con risparmi di 7,09 miliardi l’anno, visto l’ampio utilizzo di auto (60,06%) e mezzi pubblici (13,37%) per raggiungere il lavoro.
(Fonte: Il Sole 24 Ore)