Guida al credito d’imposta ricerca e sviluppo

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Che cosa è il credito d’imposta ricerca e sviluppo

Si chiama “credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo” ed è la formula più snella e facile per mettere a regime gli investimenti che le aziende eseguono per il proprio percorso di innovazione.
In un momento storico nel quale la spinta all’innovazione è condizione irrinunciabile per ogni tipologia di impresa, lo Stato ha deciso di favorire questo percorso. A maggior ragione nel periodo di pandemia che stiamo vivendo, il credito d’imposta ricerca e sviluppo, inserito nel pacchetto più ampio di “Transizione 4.0” il piano strategico volto ad aumentare la competitività dell’industria italiana, si presenta come un’arma fondamentale per affrontare le sfide del progresso.

Il credito d’imposta ricerca e sviluppo, rivisitato nel 2021 e le cui variazioni sono state inserite nella legge finanziaria, può arrivare al 20 per cento dell’investimento sostenuto e a un massimo di 5 milioni di euro. Si consideri che un credito d’imposta è un contributo a tutti gli effetti, considerabile anche “a fondo perduto”.

L’unica differenza con un contributo diretto è che il denaro non viene erogato dallo stato all’azienda, ma l’azienda utilizza questo denaro virtuale (in forma di credito) per compensare tutto ciò che deve allo stato (Imposte, tasse, Iva, contributi per collaboratori e dipendenti e altre incombenze). Un’opportunità di finanziamento alla quale guardano con molta attenzione migliaia di aziende italiane impegnate costantemente nelle attività di ricerca e sviluppo.
Si tratta di una misura volta a incentivare gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, introdotta nel 2013 ma che ha trovato attuazione soltanto a partire dal 2016 e che la trova tuttora. L’agevolazione è fruibile in concomitanza con altre agevolazioni, salvo che le relative norme disciplinanti non dispongano diversamente. Pertanto, ad esempio, non vi è alcun divieto di cumulo del credito con il bonus investimenti ovvero con il patent box.

Caratteristiche e beneficiari del credito d’imposta Ricerca e Sviluppo

L’agevolazione relativa al credito d’imposta ricerca e sviluppo si caratterizza per una rapida possibilità di fruizione da parte dei beneficiari e per una modalità semplificata delle procedure.

Infatti, il bonus è concesso in maniera automatica, a seguito dell’effettuazione delle spese agevolate, senza che sia necessaria la presentazione di un’apposita istanza per via telematica. Si potrebbe addirittura considerare questo come un “contributo sicuro” ovvero slegato da dinamiche di valutazione che non siano quelle della correttezza formale.

Il beneficio è riservato a tutte le imprese che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo ed ha proprio lo scopo di spingere le aziende in questa direzione. A tal fine non hanno alcuna rilevanza natura giuridica, settore economico di appartenenza, regime contabile adottato e dimensioni. Pertanto, rientrano nell’ambito soggettivo dell’agevolazione anche gli enti non commerciali, con riferimento all’attività commerciale eventualmente esercitata, i consorzi e le reti d’impresa strutturate come reti-soggetto.

Aliquote, massimali e attività di ricerca e sviluppo agevolabili

Ecco quindi l'elenco completo delle attività di Ricerca e Sviluppo che lo stato ritiene agevolabili attraverso questo preciso strumento.
È necessario infatti andare ad identificare con precisione quali sono quelle attività che le imprese svolgono in direzione di uno sviluppo scientifico e tecnologico che possa aumentare non soltanto la loro singola competitività ma la competitività dell'intero settore in cui operano e di conseguenza dell'economia imprenditoriale italiana in generale. Eccone di seguito un sintetico elenco:

  • Attività di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e sviluppo sperimentale (lavori sperimentali o teorici svolti soprattutto per acquisire nuove conoscenze sui fondamenti di fenomeni e di fatti osservabili, senza che siano previste applicazioni o utilizzazioni commerciali dirette; ricerca pianificata o indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze e capacità, da utilizzare per sviluppare nuovi prodotti, processi o servizi o apportare un notevole miglioramento; acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica, commerciale e di altro tipo allo scopo di sviluppare prodotti, processi o servizi nuovi o migliorati)
    • fino al 31/12/2022: credito d’imposta del 20% nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro;
    • dal 01/01/2023 al 31/12/2031: credito d’imposta del 10% nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro.
  • Attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati (per prodotto o processo di produzione nuovo o sostanzialmente migliorato si intende un bene materiale o immateriale o un servizio o un processo che si differenzia, rispetto a quelli già realizzati o applicati dall'impresa, sul piano delle caratteristiche tecnologiche o delle prestazioni o dell'ecocompatibilità o dell'ergonomia o per altri elementi sostanziali rilevanti nei diversi settori produttivi):
    • Fino al 31/12/2023: credito d’imposta del 10% nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro;
    • dal 01/01/2024 al 31/12/2025: credito d’imposta del 5% nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.

Se l’innovazione tecnologica è volta al raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0:

    • fino al 31/12/2022: credito d’imposta del 15% nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro;
    • dal 01/01/2023 al 31/12/2023: credito d’imposta del 10% nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro;
    • dal 01/01/2024 al 31/12/2025: credito d’imposta del 5% nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro.
  • Attività di design e ideazione estetica diversi da quelli svolti nell'ambito delle attività di ricerca e sviluppo e di innovazione tecnologica descritta nei punti precedenti. Per le imprese operanti nei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell'occhialeria, orafo, del mobile e dell'arredo e della ceramica, è ammissibile anche l'attività di concezione e realizzazione di nuovi prodotti e campionari:
    • Fino al 31/12/2023: credito d’imposta del 10% nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro;
    • dal 01/01/2024 al 31/12/2025: credito d’imposta del 5% nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.

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Le spese ammissibili al credito di imposta Ricerca e Sviluppo

Sono previste alcune spese ammissibili che concorrono a formare l'investimento:

    • spese di personale relative ai ricercatori e ai tecnici titolari di rapporto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo;
    • quote di ammortamento, canoni di locazione finanziaria o di locazione semplice e altre spese relative ai beni materiali mobili e ai software utilizzati;
    • spese per contratti di ricerca;
    • quote di ammortamento relative all'acquisto da terzi, anche in licenza d'uso, di privative industriali;
    • spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti inerenti alle attività di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d'imposta;
    • spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi impiegati nei progetti di ricerca e sviluppo ammissibili al credito d'imposta;

Come funziona il Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo

Il credito d'imposta ricerca e sviluppo è utilizzabile esclusivamente in compensazione ai sensi dell'articolo 17 D.Lgs. 241/1997 (cd. Compensazione orizzontale) a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello i cui costi sono stati sostenuti.
Il credito d’imposta Ricerca e sviluppo è utilizzabile esclusivamente in compensazione in tre quote annuali di pari importo. Esso non concorre alla formazione della base imponibile Irpef/Ires, né alla determinazione del valore della produzione netta ai fini dell'Irap.

In merito alla cumulabilità del credito ricerca e sviluppo con altre misure di favore. Pertanto, il credito di imposta per attività di ricerca e sviluppo deve ritenersi fruibile anche in presenza di altre misure di favore, salvo che le norme disciplinanti le altre misure non dispongano diversamente".

Infine, visto che l'agevolazione in esame costituisce una misura di carattere generale, la stessa non rileva, né ai fini del calcolo degli aiuti c.d. de minimis, né ai fini del rispetto dei massimali previsti dalla "Disciplina degli aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione".

I vantaggi e la cumulabilità del credito d’imposta Ricerca e Sviluppo

Il credito d'imposta ricerca e sviluppo può essere utilizzato, anche in caso di perdite, a copertura di un ampio insieme di imposte e contributi.
Sono agevolabili tutte le spese relative a ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale: costi per personale altamente qualificato e tecnico, contratti di ricerca con università, enti di ricerca, imprese, start up e PMI innovative, quote di ammortamento di strumenti e attrezzature di laboratorio, competenze tecniche e privative industriali.
Interessante anche andare ad affrontare il tema della cumulabilità di questo strumento con altri strumenti agevolativi già presenti sul mercato. Il grande vantaggio, infatti, consiste proprio nello sfruttare un unico investimento su più agevolazioni in modo di metterne a regime il costo più di una volta.

Il credito d'Imposta Ricerca e Sviluppo è cumulabile con:

  • Credito d'imposta beni 4.0;
  • Nuova Sabatini;
  • Patent Box;
  • Incentivi alla patrimonializzazione delle imprese (ACE);
  • Incentivi agli investimenti in Start up e PMI innovative;
  • Fondo Centrale di Garanzia.

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