PNRR: le prossime tappe. Focus sugli incentivi per il turismo

Gli 8 obiettivi sono:

  1. Fondo per la ripresa e la resilienza Italia (M1C3-22): il fondo è peraltro necessario a consentire il finanziamento di progetti di turismo sostenibile;
  2. Garanzie per il finanziamento nel settore turistico (M1C3-24): la disposizione prevede l’istituzione, nell’ambito del fondo di garanzia per le PMI, di una sezione speciale turismo;
  3. Riconoscimento di crediti di imposta per le imprese turistiche e digitalizzazione di agenzie di viaggio e tour operator (M1C3-26): la norma prevede un credito di imposta nella misura dell’80% per l’incremento dell’efficienza energetica e la riqualificazione antisismica, l’eliminazione delle barriere architettoniche, la realizzazione delle piscine termali e la digitalizzazione delle strutture turistiche. Sono previsti anche contributi a fondo perduto fino a 40mila euro;
  4. Istituzione di un fondo rotativo imprese per il sostegno alle imprese (M1C3-25): è prevista la concessione di contributi per interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale;
  5. Modifica all’iter di approvazione dei contratti di programma (M3C1-1);
  6. Riforma spending review (M1C1-100): si rafforza il ruolo del Ministero dell’economia e delle finanze nel presidio dei processi di monitoraggio e valutazione della spesa anche per supportare le altre amministrazioni centrali;
  7. Esperti per l’attuazione del PNRR (M1C1-54): le norme prevedono il conferimento di incarichi di collaborazione per il supporto ai procedimenti amministrativi per la realizzazione del Piano. È una norma abilitante propedeutica al conseguimento del target che sarà raggiunto con le procedure di assunzione.

Focus turismo.

Il “pacchetto Turismo” del Pnrr ammonta complessivamente a 2,4 miliardi. Per essere operativo, lo schema ha bisogno di una componente normativa (quella appunto contenuta nel Decreto-legge approvato ieri) e di una parte che verrà introdotta attraverso atti amministrativi.

I 2,4 miliardi sono divisi in:

  • 1.786 milioni per un Fondo nazionale del Turismo, che comprende sei diversi interventi:
  • 500 milioni: credito d’imposta (80%) e fondo perduto per le imprese turistiche;
  • 98 milioni: per sostenere la digitalizzazione delle agenzie di viaggio e tour operator;
  • 500 milioni: per attivare un Fondo con la partecipazione Mef e Bei per l’ammodernamento delle strutture ricettive, interventi per la Montagna, sviluppo di nuovi itinerari turistici;
  • 358 milioni, destinati ad un Fondo di garanzia per sostenere il tessuto imprenditoriale e sviluppare nuove professionalità;
  • 180 milioni: fondo perduto e attivazione di un Fondo rotativo della Cdp per ammodernamento strutture, eliminazione barriere architettoniche, riqualificazione ambientale;
  • 150 milioni: per il Fondo nazionale per il Turismo, gestito con Cdp, per rafforzare strutture e valorizzare assets immobiliari.

I diversi interventi potranno avvalersi di una leva finanziaria in grado di ampliare il sostegno economico destinato agli operatori ed allargare così la platea dei beneficiari:

  • 114 milioni per attivare il Digital Tourism hub, vale a dire una piattaforma digitale per aggregare on line l’offerta turistica nazionale;
  • 500 milioni per il progetto Caput Mundi, vale a dire interventi per sostenere l’offerta turistica in vista del Giubileo.

Focus Digitalizzazione.

Riduzione del divario digitale, semplificazione dei servizi, agevolazioni alle imprese e maggiore sicurezza per dati e servizi della Pubblica Amministrazione: sono le novità del decreto sul fronte della transizione digitale.

La più importante è l’istituzione del fondo “Repubblica Digitale”. Si mettono in campo iniziative di formazione digitale e per il superamento del digital divide. L’obiettivo è quello di raggiungere il target previsto dall’Europa, con il 70% di cittadini digitalmente abili entro il 2026.

Il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale ha inoltre previsto, in accordo con gli uffici del Ministro dell’Interno, una norma per permettere ai cittadini di iscrivere e gestire online il proprio domicilio digitale direttamente dall’anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR), accedendo con SPID e CIE. Grazie all’anagrafe nazionale, i Comuni hanno un unico punto di riferimento per reperire dati e informazioni anagrafiche senza doverle richiedere più volte e per poter erogare servizi integrati e più efficienti. 

Il provvedimento non riguarda solo i cittadini, ma anche le imprese: nel decreto è infatti prevista una norma che consente a queste ultime di acquisire le certificazioni necessarie per le proprie attività attraverso un’unica piattaforma. Questa funzionalità agevola l’interoperabilità e lo scambio di informazioni tra le pubbliche amministrazioni ed è un servizio telematico per il collegamento alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND).

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