Incidenti sul lavoro: boom nel Bresciano con 63 denunce di infortuni

Data pubblicazione: 28/07/2022

Ogni giorno (e più di prima) nel Bresciano viene denunciata una media di oltre 63 infortuni. Una crescita di molto superiore rispetto all’anno scorso e maggiore di quella registrata in Lombardia e in Italia. Nei primi cinque mesi del 2022 le segnalazioni di incidenti all’Inail sono state 9.540 contro le 5.545 del 2021: un+72% che fa impressione.

Nello stesso periodo le malattie professionali denunciate sono cresciute di oltre il 52%, passando da 163 a 251. Le morti bianche sono invece diminuite, calando da 17 a 13; tuttavia, per la prima volta, Brescia ha superato Milano nel triste primato dei lutti. «I numeri dei morti sul lavoro in Lombardia e nella nostra provincia sono tornati ai livelli di quindici anni fa, che speravamo di non toccare più», commenta Roberto Valentini, presidente dell’Anmil di Brescia.

In Italia, nei primi 150 giorni del 2022, si sono contate 364 vittime, -16% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ma in Lombardia sono aumentate del 10%, da 56 a 62. Anche ieri, mercoledì 27 Luglio nel Lecchese, un operaio è deceduto, folgorato.

Tipologia. La tipologia degli infortuni mortali è ripetitiva: in agricoltura gli schiacciamenti per il ribaltamento del trattore, in edilizia le cadute dall’alto, nell’industria la movimentazione dei mezzi, poi ci sono gli incidenti stradali degli autotrasportatori. «Manca ancora una vera cultura della sicurezza», dice Aristide Peli, operato- re dello Sportello lavoro e dell’Irfa il quale annuncia che a settembre partirà un progetto di collaborazione specifica con le scuole, «perché è da lì che bisogna cominciare». L’aumento degli infortuni è legato alla forte ripresa delle attività dopo la pandemia, «accompagnata – dicono all’Anmil – da un calo di attenzione verso le norme di sicurezza». Non solo. «Rispetto ad alcuni anni fa i controlli nelle aziende sono diminuiti», commenta il presidente Valentini. «Mancano gli ispettori». Un’altra lacuna «che registriamo – aggiunge Peli – è lo scarso dialogo fra i lavoratori. Invece lo scambio di consigli ed opinioni sarebbe utile per evitare situazioni di rischio».

Malattie. Rispetto al passato, negli ultimi anni c’è stata una forte crescita delle denunce di malattie professionali. Una esplosione, che secondo l’Anmil ha due ragioni:

  • «L’Inail – dice Valentini – ha sollecitato i medici di base a verificare l’esistenza di patologie legate al lavoro».
  • In secondo luogo l’incidenza del Covid sugli operatori della sanità.

Nel Bresciano un terzo delle denunce è legata proprio a questa tipologia.

I Sindacati: “Mancano Formazione ispettori e controlli”. Negli anni i sindacati hanno fatto sentire tante volte la loro voce, sollecitando interventi per affrontare il problema.

«Manca l’esperienza sulla sicurezza, mancano informazioni, manca la formazione del lavoratore perché da una parte tanti contratti sono molto brevi e dall’altra non sono curati abbastanza da questo punto di vista». È l’opinione del segretario generale della Cgil bresciana, Francesco Bertoli.

«Dunque, bisogna intervenire anche sul versante del contratti – dice – per evitare questo numero di infortuni così elevato».

La cultura della sicurezza «è una cosa seria». Il sistema produttivo Bresciano è «una realtà strana, composita, particolare, fatta di tantissime piccole e medie aziende, dove la rappresentanza dei lavoratori per la sicurezza in alcuni casi c’è, in alcuni altri è formale, in alcuni altri ancora non c’è dialogo».

Per tutte queste ragioni, sottolinea il segretario generale della Uil, Mario Bailo, bisogna intervenire. Tuttavia, «abbiamo la sensazione che spesso la volontà politica di fare seriamente qualcosa non ci sia». Mancano i controlli, serve «l’assunzione di un numero congruo di ispettori». Secondo Bailo, «non c’è quella giusta e necessaria formazione continua dei lavoratori». Del resto, sottolinea Bailo, «considerando gli ultimi 24 milioni di contratti, dati dell’Inps, 20 milioni sono precari». Una condizione che non favorisce la cultura della sicurezza.

Dati allarmanti o meglio preoccupanti ma noi di SAEF siamo sempre più consapevoli che dobbiamo aiutare le aziende, le persone nel cambiare rotta. Come?

 

Fonte: Giornale di Brescia