Export, ricerca e innovazione in Italia tra il 2008 e il 2020

Data pubblicazione: 12/02/2021

La fotografia dell’industria italiana tra il 2008 e il 2020, elaborata dal rapporto della società di ricerca Met, stima che si fermi al 5,7% la quota di imprese che integra contemporaneamente le tre leve della crescita: innovazione (di prodotto, processo o gestionale), ricerca ed export. Un segmento piccolo, cresciuto però rispetto all’1,6% del 2008, essenziale per l’economia e capace di svilupparsi anche nelle varie fasi della crisi.

La lettura positiva sembra legata soprattutto alle imprese cosiddette “intermedie”, che adottano almeno una delle tre strategie, un gruppo in crescita dal 2011 nonostante il Pil in calo, e capace di incidere positivamente sulla produttività media.
Il rapporto è stato realizzato in collaborazione con Federcasse (la federazione delle banche di credito cooperativo), e i risultati sono il frutto di interviste a circa 24mila imprese.

Con le dovute eccezioni, il dinamismo nel lungo periodo, tra la grande crisi del 2008 e l’era immediatamente pre-Covid, riflette anche noti divari tra le macroaree del territorio. Dopo alcuni anni di riavvicinamento, nel biennio 2017-2019 la quota di imprese “integrate” del Centro-nord è passata dal 6,3% al 6,6%, mentre quella del Mezzogiorno è bruscamente diminuita dal 4,2% al 2,7%.

È l’export la leva di crescita in cui queste distanze sono più evidenti. Tra il 2017 e il 2019 la diffusione degli esportatori nel Centro-Nord è aumentata in modo deciso passando dal 17,6% al 20,2% delle imprese. Al contrario, la quota è scesa dal 12 al 10,5% al Sud dove la quota media di export sul fatturato è di appena il 22,4% contro il 32% del dato nazionale. Appare questo il vero punto debole del nostro commercio internazionale.

Un capitolo specifico del Rapporto è dedicato al ruolo del credito cooperativo. La presenza delle Bcc nell’area di osservazione (industria in senso stretto e servizi alla produzione) è passata dal 10 al 22% in nove anni, con un buon recupero anche al Sud (dal 9 al 17%). La vicinanza con il territorio sembra essere premiata anche in termini di avanzamento qualitativo della clientela, con un tasso più alto di imprese dinamiche.

(Fonte: Il Sole 24 Ore)