Giornata mondiale della memoria: SAEF fra i sostenitori del progetto culturale “Edith, una ballerina all’inferno”

Giornata mondiale della memoria: SAEF fra i sostenitori del progetto culturale “Edith, una ballerina all’inferno”
Data pubblicazione: 27/01/2023

Oggi, 27 gennaio è la Giornata della Memoria. Una giornata dedicata al ricordo delle vittime dell’Olocausto.

SAEF è fra i sostenitori e partner del progetto culturale “Edith”, un film basato sulla storia vera di Edith Eva Eger, ballerina ungherese di grande talento, deportata sedicenne con la sua famiglia nell’inferno di Birkenau perché ebrea. Una storia dall’impatto emotivo incredibile: Edith si salverà dal campo nazista soltanto grazie al suo continuo aggrapparsi alla danza e alla vita.

Un sogno divenuto progetto anche grazie ad un’alchimia unica nel suo genere: il film, la cui produzione è molto onerosa economicamente, è sostenuto da aziende private, soprattutto bresciane, che con i loro contributi hanno reso possibile la definizione di un budget di grande portata.

In considerazione dell’alto valore educativo della narrazione, nonché dell’eccellenza delle professionalità coinvolte, il progetto cinematografico Edith, una ballerina all’inferno“, sarà trasmesso in prima serata (ore 20.00) su Rai Scuola. Il film sarà poi a disposizione on demand sul portale di Rai Play.

Il film porta la firma di un volto noto del Gruppo: Emanuele Turelli, storico collaboratore di SAEF nell’ambito della comunicazione e con una “doppia vita” da sceneggiatore e storyteller. Non poteva essere diversamente, visto che da 25 anni l’azienda ha una vision molto chiara in questo senso: aiutare le persone a raggiungere i propri sogni.

Edith, una ballerina all’inferno” ha coinvolto ragazzi con l’idea di lanciare un grande messaggio ai loro coetanei: l’arte è qualcosa in grado di salvare la vita alle persone! In pienissima sintonia con la “Cultura e crescita” di SAEF.

Dopo due anni di lavoro organizzativo e artistico, le camere della troupe guidata dal registra trevigiano Marco Zuin, si sono accese nell’antico teatro comunale di Salò, un set volutamente brutale all’impatto (il teatro, costruito alla fine dell’800 è in fase di riqualificazione, ma mostra ancora evidenti le “ferite” di 60 anni di abbandono e chiusura) e particolarmente simbolico per la storia (Salò capitale della Repubblica sociale italiana negli ultimi anni del regime).

E SAEF non poteva perdere l’occasione per avere una poltroncina… in prima fila!